Via libera della Camera, in terza lettura, al Ddl sulle cure palliative e le terapie del dolore. Obiettivo del disegno di legge creare una rete di hospice e strutture, partendo da quelle già esistenti sul territorio. Nel provvedimento, inoltre, importanti novità per la prescrizione dei farmaci antidolore, tra cui gli oppiacei
Medicinali più facili da prescrivere, dunque, con il ricettario ordinario che prende il posto di quello speciale per oppioidi e cannabinoidi. Il Ddl prevede infatti che i farmaci antidolore vengano prescritti anche mediante ricettario rosso, quello, per intenderci, in uso presso i medici di famiglia. Ma riconosce questa possibilità ai soli medici dipendenti del Ssn, lasciando 'fuori' i camici bianchi che operano all'interno di strutture private. Si stabilisce, inoltre, che le Regioni adeguino i propri livelli di assistenza, con criteri uniformi da un estremo all'altro dello Stivale, vincolando le risorse ad esse destinate per la realizzazione della rete di hospice e strutture. Si tratta di circa 150 milioni di euro per il triennio 2010-2012. Finanziamenti troppo esigui, lamenta l'opposizione, che si è infatti astenuta dal voto all'articolo 12 del provvedimento, quello che regola, appunto, i capitoli di spesa.
Compiacimento dall'opposizione: «Finalmente la Camera ha approvato definitivamente la legge sulle cure palliative e le terapie del dolore, attesa da molti anni e tenacemente voluta dal Pd. Siamo riusciti a sconfiggere la demagogia della destra che non ha esitato ad usare cinicamente il dolore a fini di propaganda ideologica». Lo afferma Livia Turco, capogruppo Pd in Commissione affari sociali della Camera, dopo il via libera dell'aula di Montecitorio al provvedimento. Secondo l'ex ministro della Salute, «questa legge si propone sostanzialmente di realizzare due diritti fondamentali: la libertà di scegliere il luogo in cui concludere la propria vita, sia esso la casa, l'hospice, l'ospedale o la casa di riposo; e la continuità di cura, per assicurare in tutto il percorso di avvicinamento alla morte una presenza qualificata in grado di dare risposte tempestive e adeguate. È una legge che merita certamente di più - conclude - in termini sia di risorse economiche, che di formazione degli operatori e del necessario riconoscimento delle loro professionalità».